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Che cosa è il Bene (il mondo)

 

La visione antropologica greca più vicina al cattolicesimo è quella di Aristotele. Per alcuni motivi importanti.

Prima di tutto la visione metafisica di Aristotele è quella ereditata da san Tommaso: la realtà è determinata da enti, cioè da sostanze composte da una materia e da una forma (non l’aspetto visibile o il volume misurabile, ma l’essenza specifica, una natura propria, ciò che rende quella cosa ciò che è). Nel caso dell’uomo, la materia è il corpo, la forma è l’anima razionale, cioè il principio di vita. La visione cristiana specifica che – esclusivamente per l’uomo – l’anima ha una natura spirituale. Lo spirito umano è incarnato, l’uomo è spirito incarnato. Attenti bene: l’uomo non è costituito da corpo, anima e spirito: il termine anima in generale è il termine che indica il principio di vita di ogni essere vivente; l’anima dell’uomo è un’anima razionale che viene chiamata anche spirito, per indicare che trascende la materia ed è in sé immortale. Significa che parlare del Paradiso dei cani o delle giraffe è semplicemente assurdo: l’uomo è stato creato per essere immortale, la sua immortalità è data dalla natura spirituale della sua anima; dopo il peccato originale, l’uomo conosce – come punizione – il dolore e la morte; la morte comporta la separazione dell’anima dal corpo, separazione che durerà fino al Giudizio Universale e alla resurrezione della carne. Con la morte, l’anima subisce il giudizio individuale e risponderà delle sue opere in modo puntuale (cioè singolo atto, per singolo atto), a partire, in un certo senso dall’ultimo atto della sua vita: tutto dipenderà dallo stato in cui è morto. Se in Grazia o se in una condizione di peccato mortale. Attenti bene: non si chiama peccato mortale solo il peccato fatto con l’intenzione di fare del male. Non è un semplice problema di intenzione. Si chiama peccato mortale quel peccato che risponde a questi tre criteri: materia grave, piena avvertenza, deliberato consenso. Se compio un solo peccato mortale e muoio in uno stato di non pentimento, merito l’inferno. Perché? Perché quando muoio l’anima si separa dal corpo e la sua volontà si fissa nello stato di quella condizione: se quella condizione è il peccato mortale privo di pentimento alcuno, l’anima fissa in modo irreversibile la sua volontà contro Dio. L’inferno è la reiterazione per infiniti istanti della scelta contro Dio e della corrispettiva e giusta punizione.

È chiaro quindi che sostenere che il diavolo di convertirà e pentirà alla fine dei tempi (si chiama apocatastasi, cioè reintegrazione finale dei demoni e dei dannati) è una tesi eretica ed assurda. In più, l’angelo, essendo di puro spirito, è fuori dalla dimensione temporale. Su questo tenete ben presente una cosa: l’angelo non è stato creato in una condizione di beatitudine celeste, ma in una condizione di Grazia, ed ha liberamente scelto: serviam o non serviam. Con Dio o contro Dio. La sua decisione è stata presa ab aeterno e per sempre. Inoltre non esiste il peccato ereditato, perché non esiste la specie angelica: ogni angelo risponde per se stesso. Questo significa che un terzo delle schiere angeliche ha rifiutato Dio, nel senso che ogni singolo angelo ha scelto di seguire Lucifero.

Piccola annotazione: le schiere angeliche sono nove. Per tale motivo la liturgia secondo il rito di sempre prevede che nove volte si canti il Kyrie eleison, a rappresentazione degli angeli che lodano Dio. L’ultima schiera è quella degli angeli custodi. Ed ogni uomo, indipendentemente dal battesimo, ha un suo angelo custode!

Altra piccola annotazione: l’antropologia gnostica distingue invece il corpo e l’anima come strati della prigione in cui è racchiuso lo spirito e legittima qualsiasi peccato o depravazione del corpo e dell’anima, credendo nella immunità dello spirito innocente e puro: la scintilla di luce imprigionata.

Esiste un altro motivo di prossimità tra Aristotele e san Tommaso: la realtà è razionale, riflette il principio di non-contraddizione, il principio di causa-effetto – principio alla base di qualsiasi disciplina scientifica oggi – esiste nella realtà e non è una semplice categoria dell’intelletto umano (come dirà Kant). Da questi presupposti, Dio, come causa prima dell’universo è dimostrabile nella sua esistenza. Badate bene: la possibilità di dimostrare l’esistenza di Dio, dipende dai presupposti. Le critiche di Kant non sono valide in assoluto, ma dipendono dai presupposti, non dimostrati, di Kant: lo spazio e il tempo sono solo forme a priori della sensibilità (la matematica non è – come, invece, per Galileo Galilei – la struttura stessa della natura), la realtà della mia esperienza è solo quella fenomenica (la cosa adeguata a come io la vedo), il principio di causa-effetto esiste solo come categoria mentale.

Per san Tommaso, inoltre le cose in se stesse sono buone, perché partecipano della Bontà che è Dio: è una delle più importanti differenze filosofiche con Platone, perché in Platone l’Idea del Bene è il principio assoluto, più importante del Demiurgo che plasma la materia amorfa imitando il modello eterno delle Idee. Ma l’Idea del Bene non è Dio.

Questa tesi di san Tommaso determina una dottrina filosofica e teologica diametralmente opposta alle filosofie e alle religioni orientali: una irriducibilità totale. La dottrina cristiana si basa su Dio, sulla Creazione, sulla Rivelazione, sulla Incarnazione di Dio. Le dottrine orientali si basano sull’idea del principio come Uno-Tutto (indifferenziazione impersonale), sull’idea che la realtà sia male-illusione (la gnosi dice «prigione»), sull’auto-elevazione spirituale del singolo Buddha-illuminato che domina la mente e il desiderio, e raggiunge il perfetto stato del Nirvana.

Che cosa è il Bene (il peccato)

 

Sul piano della creazione il male non esiste. La filosofia utilizza l’espressione privatio boni. Cioè la pietra è in se stessa perfetta, in quanto pietra; così la giraffa rispetto a se stessa. Ma tra la pietra e la giraffa c’è uno scarto di bene: la giraffa partecipa dell’essere e quindi del bene, in misura superiore rispetto alla pietra. L’essere vivente superiore a tutti gli altri è l’uomo. Non è vero che l’uomo è parte del pianeta, ma l’uomo è più importante di tutto il pianeta, di tutti gli animali, di tutte le piante messi insieme. Non è vero che il pianeta è un essere vivente; che l’uomo è il cancro del pianeta. Per il cattolico non esiste nessuna giornata mondiale in cui si «celebra» il culto della Terra, come se la Terra fosse la Grande Madre. Il cattolico ha in Eva la madre di tutti i viventi; nella Chiesa, la Madre santa dei figli di Dio; in Maria Santissima la Madre celeste. Non siete scintille dell’energia divina dell’universo, né una manifestazione della Forza. Siete uomini e donne il cui peccato è stato riscattato e pagato sulla Croce dal sangue di Cristo.

Il male però ha anche un suo significato fisico e morale.

Il male fisico è il dolore e la morte: Dio non è causa né dell’uno, né dell’altro. Sostenere che una malattia può essere condizione favorevole per la conversione di una persona non significa che quella malattia è stata voluta da Dio. Dovete distinguere la volontà di Dio dalla permissione divina. È vero che Dio permette, a volte in modo misterioso per il discernimento umano, il male. Cosa significa? A livello individuale permette prove e tentazioni. Perché? Ad agonem! Per la battaglia: perché la vittoria sulla tentazione è un piccolo meritorio martirio, perché l’anima si tempra nella virtù e nella perseveranza. Il male è occasione di virtù. A livello storico più generale, Dio ha permesso rivoluzioni, sconvolgimenti sociali, formazioni di potere esplicitamente anti-cristiano, come la massoneria e sovversioni e governi retti dalla massoneria. Ha permesso che la Chiesa stessa fosse infestata dal male satanico, fin nelle fondamenta. Eppure come non dà prove al singolo che vanno oltre la sua capacità, così promette alla Chiesa che le porte degli inferi non prevarranno.

Il male morale è il peccato, cioè l’auto-deificazione contro Dio da parte della creatura intelligente, angelo o uomo che sia. Il peccato di Lucifero ha aperto una condizione di guerra contro Dio e la Sua creazione. Questa condizione di guerra è comunque permessa da Dio. Dio ha scelto di rispondere alla sfida di Satana non abolendo l’ordine libero della creazione, né rimanendo impassibile all’iniquità. Ha scelto di mandare il Figlio per morire in Croce. La morte in Croce espia il male degli uomini, redime l’uomo, ora in grado per merito di conquistare l’eternità, distrugge l’opera di satana.

L’Incarnazione e la Passione di Cristo aprono i tempi ultimi. Badate a non confondervi: i tempi finali non sono quelli futuri. Sono già in atto, coincidono con quelli della Chiesa. La parte finale di questi tempi ultimi, tuttavia, è particolare: prevede la scarcerazione satanica, l’apostasia dentro la Chiesa, la fine del potere spirituale e politico che frena la manifestazione dell’uomo iniquo, la manifestazione concreta e visibile dell’Anticristo. Quindi sarà la Parousia (cioè il ritorno di Cristo) e il Giudizio.

Dove va la storia? Verso il progresso? Verso l’età della fratellanza? Verso la cura ambientale? Verso la Rivoluzione gloriosa dell’uomo nuovo? No! La storia si muove dalla Genesi verso il Giudizio. Ed è una storia di guerra tra due realtà: la città di Dio e la città del diavolo. Chi non è con Cristo è contro di Lui.

Chi è il Nemico? È Satana, il principe di questo mondo? Solo Satana? No! Anche tutti gli angeli decaduti. Per cui la nostra battaglia non è contro le creature di sangue e di carne, come dice san Paolo. Ma non confondetevi su un punto: la battaglia non è solo nella coscienza individuale. La battaglia è politica, perché se la gloria delle nazioni appartiene al diavolo, il cristiano può operare perché la politica sia sottoposta al servizio del Vangelo. L’azione del cristiano del mondo è un esorcismo sociale contro quelle strutture economiche, politiche, sociali forgiate per realizzare un ordine anticristiano nel mondo. 

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Che cosa è il Bene (la salvezza)

 

Esiste una certa irriducibilità tra san Tommaso e Aristotele, nonostante i molti punti in comune: per Aristotele Dio non crea il mondo, è impassibile, contempla se stesso come perfezione assoluta. Per il Cristiano Dio crea, si rivela, si incarna! Crea il mondo come cosa buona, anche se il mondo subisce il disordine seguito al peccato; si Incarna per distruggere le opere del diavolo e riscattare l’uomo; si Rivela.

Attenti bene: cosa significa che si rivela? Negli ultimi tempi questo concetto è stato contraffatto e reso ambiguo. Esiste una posizione atea che sostiene che l’uomo crea il suo dio, per manifestare a se stesso la propria umanità: la rivelazione divina è in realtà un’azione umana di rivelare all’uomo se stesso, attraverso una inconscia attribuzione a Dio (che l’uomo stesso crea, proiettando le sue paure e i suoi desideri). Esiste una posizione teologica che ammette un divenire di Dio: Dio rivela Dio a se stesso, Dio giunge a conoscersi come Dio alla fine di un processo storico, dialettico, razionale e necessario (Hegel).

Esiste oggi anche un’altra idea della rivelazione. Dio rivela l’uomo all’uomo. Dio con la rivelazione fa capire la vocazione dell’uomo. Questo concetto è ambiguo.

Dio rivela Dio all’uomo. Quindi l’uomo capisce qualcosa prima di tutto di Dio, come Creatore e come Salvatore. Alla luce di ciò, che cosa capisce di se stesso? La sua vocazione? Non credo. Pensateci bene! Cosa capite dal Vangelo? Che l’uomo ha un’altissima vocazione. No. Capite che l’uomo è un condannato morte. Perché è condannato a morte? A causa del peccato. Quale peccato? In Adamo tutti abbiamo peccato: il più innocente di noi, il bambino appena concepito nel grembo della madre ha in eredità il peccato originale. Nessuno può ereditare il Regno di Dio in uno stato di peccato. Al peccato originale si aggiungono tutti gli altri. Cosa comporta questa condizione? La morte, l’impossibilità di giungere alla beatitudine. Dio aveva creato l’uomo in una condizione di Grazia, perché giungesse e conquistasse liberamente la Beatitudine celeste. Con il peccato originale l’uomo subisce la punizione. E si trova in una condizione di male, dolore, morte.

Riflettete sul Sabato Santo e la discesa agli Inferi. Dove Gesù trova Adamo, Mosè, lo stesso padre putativo Giuseppe, il cugino Giovanni Battista? Li trae dagli inferi, per il Paradiso, perché solo con la sua morte e la sua Resurrezione questa possibilità è di nuovo concessa.

Questo capisce l’uomo dal Vangelo: se la mia vocazione era l’eternità, ora la mia vocazione è la morte, l’inimicizia con Dio, la sudditanza verso satana che vanta un diritto di proprietà su ogni anima, a causa del peccato originale (unica eccezione ovviamente Maria). Ma Dio si rivela, agisce in un’opera di salvezza, elegge un popolo, Israele, perché da quel popolo deve venire il Salvatore del mondo. Il Figlio si Incarna, rivela che il Regno è giunto, impone la conversione per la salvezza (chi non crederà non si salverà), impartisce i comandamenti (… ma Io vi dico), conferma e realizza Legge e Profeti, rimette i peccati e istituisce il sacerdozio, perché il Suo sacrificio sulla Croce sia rievocato su ogni Altare in ogni Messa e perché continui l’opera di remissione dei peccati, perché vengano amministrati i Sacramenti, perché il battessimo cancelli il peccato originale, tolga l’anima dal potere satanico (durante il battesimo vengono fatti veri e propri esorcismi!), perché chiunque mangi il Suo Corpo e beva il Suo Sangue abbia la vita eterna.

Questo significa che con l’Incarnazione ogni uomo è cristiano? Ogni uomo è unito a Cristo o Cristo è unito ad ogni uomo? E in che modo? Forse che ogni uomo sia il Verbo incarnato? Assurdo! Che ogni uomo sia divino o divinizzato? Ma questo è quello che dice la Gnosi luciferina. Forse dovremmo intendere che ogni spiritualità conduce a Cristo? Ogni uomo è già salvato? No! Ripeto: NO! Nulla di tutto questo. Gesù di Nazareth è vero Dio e vero Uomo: solo in Lui l’umanità è elevata. Ogni uomo, convertendosi a Cristo, aderendo al Vangelo, conducendo una vita di Grazia, può salvarsi. La salvezza è a disposizione di tutti: ma Dio – come dice sant’Agostino – che ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te!

Come Dio realizza tutto ciò? In un’unica opera di Misericordia e Giustizia. Quale? La Croce la Resurrezione. Perché non si limita ad annunciare il Regno? Perché il male deve essere espiato, perché la Giustizia di Dio esige un’opera di soddisfazione. Ma quale opera poteva soddisfare questa Giustizia? Nessuna! A meno che, non fosse stato Dio stesso la vittima sacrificale, l’Agnello immolato. Il Sangue di Cristo è il tuo riscatto. Va e non peccare più. Non tornare tra i porci. Non tornare sotto l’antico padrone il diavolo. Potrebbe essere questo il tuo destino finale. Potresti essere giudicato reo dell’inferno. 

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The Eagles (dalla colonna sonora di "The Lord of the Rings. The return of the King") - H. Shore ft. R. Fleming
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