
Messaggi dalla Terra di Mezzo
(Passo tratto dalla lettera di Tolkien a Robert Murray del 2 dicembre 1953.
Padre Murray aveva scritto al suo amico John che il Signore degli Anelli gli aveva lasciato una forte sensazione di "una positiva compatibilità con la dottrina della Grazia" e paragonava la figura di Galadriel a quella della Vergine Maria. Dubitava che i critici sarebbero stati in grado di comprendere il libro: "non troveranno una nicchia oppurtanatamente etichettata".)
Mio caro Rob,
è stato splendido ricevere la tua lunga lettera questa mattina. [...] Mi dispiace che qualche parola detta per caso ti abbia spinto a lavorare per criticare il mio libro. Ma, per dirti la verità, benchè la lode (o meglio, l'espressione di piacere che non è del tutto la stessa cosa) sia gradevole, mi ha specialmente rallegrato quello che tu hai detto, stavolta e prima, perchè tu sei più perspicace, specialmente sotto certi aspetti, di qualsiasi altro, e hai rivelato persino a me stesso alcune cose del mio lavoro.
Penso di sapere esattamente che cosa intendi con dottrina della Grazia; e naturalmente con il tuo riferimento a Nostra Signora, su cui si basa tutta la mia piccola percezione di bellezza sia come maestà sia come semplicità. Il Signore degli Anelli è fondamentalmente un'opera religiosa e cattolica [...].

Mithrandir
"Sapevo finalmente che una potenza oscura e mortale era all'opera. Da allora ho dedicato i miei giorni alla ricerca della verità!" (Il Signore degli Anelli, La compagnia dell'anello)
"Avrei tanto desiderato che tutto ciò non fosse accaduto ai miei giorni!", esclamò Frodo.
"Anch'io", annuì Gandalf, "come d'altronde tutti coloro che vivono questi avvenimenti. Ma non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato. E ormai i giorni cominciano ad apparire neri e foschi. Il Nemico sta diventando rapidamente molto forte. I suoi piani sono lungi dall'essere maturi, credo, ma sono già a buon punto. Dovremo lottare con accanimento. Avremmo dovuto farlo anche senza questo terribile evento. Al Nemico manca ancora una cosa che gli possa dare la forza e la scienza necessarie a demolire ogni resistenza, distruggere le ultime difese e far piombare tutte le terre in una seconda oscurità: gli manca un Anello, l'unico" (Il Signore degli Anelli, La compagnia dell'anello).
"Dovreste ringraziare il Cielo. Ma ormai non avete più certezza alcuna; egli non ha bisogno di voi (ha una quantità di servitori molto più utili), tuttavia non potrà più dimenticarvi. E certo sarebbe di gran lunga più soddisfatto sapendo gli Hobbit schiavi e miserabili anzichè liberi e felici. Esiste anche un sentimento misto di malvagità e di desiderio di vendetta" (Il Signore degli Anelli, La compagnia dell'anello)

"Ahimè, Mordor attira tutto ciò che di cattivo c'è al mondo, e l'Oscuro Potere tendeva con tutta la sua diabolica forza a riunire lì tutti i malvagi. [...] Le genti di tutte le terre sussurravano di quella nuova Ombra nel Sud, che odiava l'Occidente. Ecco i suoi "nuovi, cari amici", essi sì che l'avrebbero aiutato a vendicarsi" (Il Signore degli Anelli, La compagnia dell'anello).
"[...] Tu sei saggio e potente, prendilo tu l'Anello!".
"No!", gridò Gandalf, saltando in piedi. "Con quel potere, il mio diventerebbe troppo grande e troppo terribile, E su di me l'Anello acquisterebbe un potere ancor più spaventoso e diabolico". I suoi occhi lanciarono fiamme ed il suo viso fu illuminato da un fuoco interno.
"Non mi tentare! Non desidero eguagliare l'Oscuro Signore. Se il mio cuore lo desidera, è solo per pietà, pietà per i deboli, e bisogno di forza per compiere il bene. Ma non mi tentare.
Non oso prenderlo, nemmeno per custodirlo senza adoperarlo. Il desiderio sarebbe troppo irresistibile per le mie forze" (Il Signore degli Anelli, La compagnia dell'anello).

"Ma non credo sia indispensabile che tu vada solo; perlomeno se conosci qualcuno di cui ti puoi fidare, che sarebbe pronto a combattere al tuo fianco e che tu saresti disposto a trascinare in mezzo pericoli ignoti.
Ma se cerchi un compagno, sii estremamente cauto nella scelta! E stai attento a ciò che dici, anche agli amici più intimi. Il Nemico ha molte spie e molti modi di sentire" (Il Signore degli Anelli, La compagnia dell'anello).
"Vi sono molte potenze al mondo, buone e malvagie; alcune sono più forti di me. Altre non le ho ancora incontrate; ma l'ora sta per giungere. Il Signore di Morgul ed i suoi cavalieri Neri si sono fatti avanti. La guerra si sta preparando" (Il Signore degli Anelli, La compagnia dell'anello).
"Non son tutti spettri i suoi schiavi e servitori! [...] Sotto la sua potestà sono stati e vi sono ancora molti Uomini, re e guerrieri, che camminano vivi alla luce del sole, eppure sono suoi schiavi.
Ed il loro numero cresce giorno per giorno" (Il Signore degli Anelli, La compagnia dell'anello).
"Saruman, [...] ho udito prima d'oggi discorsi dello stesso genere, ma soltanto in bocca di emissari inviati da Mordor per ingannare gli ingenui. Non posso pensare che tu mi abbia fatto venire qui per stancare le mie orecchie. [...] Eri capo del Consiglio ma ti sei finalmente smascherato. Ebbene, la scelta era di sottomettersi o a Sauron, o a te. Non accetto nè l'una nè l'altra" (Il Signore degli Anelli, La compagnia dell'anello).

"Il nostro compito oggi non è di prendere una decisione valida soltanto per una stagione, o per poche vite di Uomini, o per un'effimera era del mondo. Dovremmo cercare una conclusione definitiva a questa minaccia, anche se non speriamo di riuscirvi" (Il Signore degli Anelli, La compagnia dell'anello).
"Non so se posso fare qualcosa per aiutarti, ma ti sussurrero un segreto nell'orecchio. Qualcuno ha detto che ci vorrà dell'intelligenza nella comitiva. Aveva ragione. Credo che verrò con te" (Il Signore degli Anelli, La compagnia dell'anello).
"Disperazione o follia? [...] Non è disperazione, perchè la disperazione è solo per coloro che vedono la fine senza dubbio possibile. Non è il nostro caso. È saggezza riconoscere la necessità quando tutte le altre vie sono state soppesate, benchè possa sembrare follia a chi si appiglia a false speranze.
Ebbene, che la follia sia il nostro manto, un velo dinanzi gli occhi del Nemico.
Egli è molto saggio, e soppesa ogni cosa con estrema accuratezza sulla bilancia della sua malvagità. Ma l'unica misura che conosce è il desiderio, desiderio di potere, ed egli giudica tutti i cuori alla stessa stregua. La sua mente non accetterebbe mai il pensiero che qualcuno possa rifiutare il tanto bramato potere [...]" (Il Signore degli Anelli, La compagnia dell'anello).
"Bisogna percorrere il sentiero scelto dalla necessità!" (Il Signore degli Anelli, La compagnia dell'anello).
"Saruman non è dunque un traditore?", disse Gimli.
"Se non è un traditore?", rispose Gandalf. "Lo è doppiamente. Vi sembrerà strano, ma nulla di tutto ciò che abbiamo sofferto di recente è stato grave come il tradimento d'Isengard. [...] Eppure un'arma traditrice è anche pericolosa per la mano che l'impugna" (Il Signore degli Anelli, Le due torri).
"La speranza non è la vittoria. La guerra incombe su di noi e su tutti i nostri amici, una guerra in cui soltanto l'uso dell'Anello potrebbe assicurarci la vittoria. Cio mi empie di grande dolore e di grande paura: molte cose verranno distrutte, e tutto potrebbe essere perduto" (Il Signore degli Anelli, Le due torri).
"Il nostro viaggio d'ora in poi avrà il fine di mantenere la promessa fatta" (Il Signore degli Anelli, Le due torri).
"Ma vi sono due motivi per i quali un Uomo può giungere accompagnato da cattive notizie. Può essere egli stesso artefice di malvagità, o far parte invece di coloro che non molestano chi sta bene, e vengono solo a porgere il loro aiuto nel momento del bisogno" (Il Signore degli Anelli, Le due torri).
"Ed ora, Theoden figlio di Thengel, vuoi ascoltarmi? [...] Hai bisogno di aiuto? [...] Non tutto è oscuro. Abbi fede, Signore del Mark, perchè non troverai aiuto migliore. Non ho consigli da dare ai disperati; eppure a te potrei dare consigli e pronunziare parole di speranza, Vuoi udirle? Non sono per tutte le orecchie. Ti prego di venir con me davanti alle tue porte e di mirare lontano. Troppo a lungo sei rimasto seduto nelle ombre, fidando in racconti contorti e suggerimenti disonesti" (Il Signore degli Anelli, Le due torri).
(Rivolgendosi a Vermilinguo) "Giù serpe! Striscia sul ventre! Da quanto tempo ti sei venduto a Saruman?" [...]
"Guarda, Thèoden, questa serpe! Portarla teco non è conforme a sicurezza e tanto meno lasciarla qui. Giustizia vorrebbe che fosse uccisa. Ma un tempo essa non era come ora [...]. Non fu sempre malvagio. Un tempo credo che fosse amico di Rohan. [...] Ma ormai da tempo progetta di distruggervi, celandosi dietro una maschera di amicizia, non essendo ancora pronto. [...] E il costante bisbiglio di Vermilinguo nelle tue orecchie ti avvelenava i pensieri, ti raggelava il cuore, indeboliva le tue membra, mentre gli altri guardavano senza poter fare niente, perchè la tua volontà era nelle sue mani" (Il Signore degli Anelli, Le due torri).

"Sapevi che il tuo comportamento era errato e sciocco; in te una voce lo diceva ma tu non l'ascoltasti. [...] No, la mano bruciata è la migliore lezione. Dopo un'espereienza simile gli avvertimenti vanno diritti al cuore" (Il Signore degli Anelli, Le due torri).
"Mithrandir! Mithrandir!", gridava la gente. "Ora sappiamo che la tempesta è davvero vicina!".
"È proprio su di voi", rispose Gandalf. "Ho cavalcato sulle sue ali! Lasciatemi passare. [...] È giunta ormai la fine del paese di Gondor quale lo conoscevate voi. Lasciatemi passare!". (Il Signore degli Anelli, Il ritorno del Re).
"Se durante tutti questi giorni hai camminato con le orecchie e il cervello addormentati, oramai è ora di svegliarti!" (Il Signore degli Anelli, Il ritorno del Re).

"Attento alle tue parole, Messere Peregrino; non è questo il momento adatto all'insolenza degli Hobbit. [...] Non gli svelare più di quanto non sia necessario, e non accennare allo scopo della missione di Frodo. [...] E non dire nulla di Aragorn, a meno di non esservi proprio costretto".
"E perchè no? Che cos'ha Grampasso che non va?", bisbigliò Pipino. "Aveva intenzione di venire anch'egli a Minas Tirith, vero? E comunque starà di certo per arrivare".
"Forse, forse", rispose Gandalf. "Ma in tal caso è molto probabile che giunga in maniera del tutto inaspettata, sorprendendo persino Denethor; meglio così, ma allora è bene che la sua venuta non sia annunciata da noi" (Il Signore degli Anelli, Il ritorno del Re).
"Eppure il più terribile di tutti i capitani al servizio del Signore di Barad-dûr è ormai padrone della cinta esterna delle tue mura. [...] Re di Angmar in tempi che furono, Negromante, Schiavo dell'Anello, Signore dei Nazgûl, arma di terrore nelle mani di Sauron, ombra di disperazione."
"[...] Egli non soccomberà sotto la mano di un uomo, ed il destino che lo attende è ancora ignoto ai Saggi. Comunque, il Capitano della Disperazione ancora non incalza di persona. Egli comanda piuttosto seguendo i canoni di saggezza da te enunciati, restando indietro e spingendo avanti come pazzi i suoi schiavi. [...] Sono venuto per custodire i feriti che ancora possono guarire [...] ma soprattutto sono venuto per dirti questo: presto sui campi infierirà la battaglia; bisogna prepare una sortita." (Il Signore degli Anelli, Il ritorno del Re).
"[...] Ho detto che la vittoria non si potrà raggiungere con le armi. Spero ancora nella vittoria, ma non nelle armi. In mezzo a tutti questi artifizi vi è l'Anello del Potere, creazione di Barad-dûr, e speranza di Sauron.
[...] Altri mali potranno sopraggiungere perchè Sauron stesso non è che un servo o un emissario. Ma non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo; il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo terra sana e pulita da coltivare. Ma il tempo che avranno non dipende da noi.
[...] Dobbiamo camminare ad occhi aperti verso una trappola, con coraggio, ma con poca speranza di salvezza. Perchè, signori, può darsi che periremo tutti in una nera battaglia lungi dalle terre dei vivi, e che, quindi, anche se Barad-dûr soccomberà, non vivremo per vedere una nuova era. Ma tale, penso, è il nostro compito. Meglio, comunque, che perire ugualmente - ed è certo che accadrebbe se rimanessimo qui ad aspettare - sapendo che non vi saranno nuove ere" (Il Signore degli Anelli, Il ritorno del Re).
"Vattene, perchè la tua ambasciata è terminata e la morte ti è vicina. Non siamo venuti qui per sprecare parole contrattando con Sauron, infido e maledetto com'è, ed ancor meno con uno dei suoi schiavi. Vattene!" (Il Signore degli Anelli, Il ritorno del Re).
"Le mani del Re sono mani di guaritore, cari amici [...] Ma voi eravate sull'orlo della morte prima che egli vi chiamasse a sè, adoperando tutto il suo potere per farvi godere il dolce oblio del sonno. E benchè abbiate dormito a lungo e tranquillamente, è ormai ora di dormire di nuovo" (Il Signore degli Anelli, Il ritorno del Re).
"Ebbene, cari amici, qui sulle rive del Mare finisce la nostra compagnia nella Terra di Mezzo. Andate in pace! Non dirò: "Non piangete", perchè non tutte le lacrime sono un male" (Il Signore degli Anelli, Il ritorno del Re).
"Molta gente ama sapere prima che cosa verrà in tavola; ma coloro che si sono affaticati per preparare la festa desiderano mantenere il segreto; perchè lo stupore ingrandisce le parole di lode" (Il Signore degli Anelli, Il ritorno del Re).
"Infine comprendo perchè abbiamo aspettato! Questa è la fine. Adesso non soltanto il giorno sarà splendente, ma anche la notte sarà meravigiosa e benedetta, ed ogni paura svanirà!" (Il Signore degli Anelli, Il ritorno del Re).
