SARETE COME DIO: il Demiurgo
Uno studioso di nome Blumenberg ha scritto che la modernità è il vero momento in cui si rinuncia al mito gnostico, è il momento in cui l’uomo si emancipa, si libera dall’eredità dell’antica dottrina religiosa. Questa liberazione dalla gnosi legittima la modernità in quanto tale. L’Ordine cristiano ha invece fallito, ha fatto sopravvivere, in altra forma, la gnosi.
la nostra prima domanda è che cosa sia la gnosi; la seconda domanda è che cosa sia il cristianesimo; la terza domanda è che cosa sia la modernità; infine se la tesi di Blumenberg sia da confermare o meno.
1) Gnosi
il termine deriva dal verbo greco, che si traduce con conosco. Indica quindi una forma di conoscenza salvifica. Non ha nulla a che vedere con il termine a-gnostico, anche se la radice è comune. A-gnostico è colui che non sapendo se Dio esiste o meno, non prende posizione (anche se poi vive come se Dio non ci fosse).
Quale è la conoscenza salvifica invece?
Voi siete degli schiavi.
Un Creatore malvagio, il Dio della Genesi ha creato un mondo materiale
come una prigione cosmica,
ha imprigionato il vostro spirito (la vostra scintilla di luce)
dentro l’anima e a sua volta dentro il corpo.
Ha creato una Legge come oppressione, sudditanza e schiavitù.
Io vi porto la luce:
voi siete dei, potete diventarlo, potete auto-elevarvi allo spirituale,
potete auto-divinizzarvi.
Ciò che la Legge di questo Dio cattivo indica come peccato
è in realtà il primo atto della vostra stessa liberazione, l
’inizio dell’autocoscienza.
La gnosi è un’antica dottrina che insegna all’uomo che lui è un essere divino, fa vere le parole del serpente della Genesi. Si basa quindi su due principi: l’uomo come essere divino e il mondo come prigione materiale creata dal Demiurgo malvagio.
Lo gnostico antico ha un atteggiamento anti-cosmico e anti-nomico, legittima per sé qualsiasi abominio psicofisico, ritenendo che il suo spirito imprigionato resti incontaminato.
Non è però un rivoluzionario, un sovversivo: se tutto il mondo è una prigione cosmica, l’unico modo per liberarsi è ottenere la conoscenza e l’auto-coscienza della situazione, fino alla morte. In senso negativo si raccomanda di non mettere al mondo altri figli: sarebbero nuovi schiavi.
Qui dobbiamo fare 2 incisi importanti:
a) Gli attuali miti sugli alieni, se letti nella loro verità occulta, non fanno altro che predicare la stessa identica dottrina, sostituendo il demiurgo creatore con l’alieno che ha creato l’uomo attraverso un mix genetico tra se stesso e la scimmia.
b) il buddhismo è una forma di gnosi: rinuncia alla tesi circa Dio o la creazione, affida la determinazione di questo mondo-illusione alla mancanza di dominio del desiderio di infiniti esseri senzienti. Ma di fatto propone a ogni uomo di essere Buddha di se stesso, propone l’auto-elevazione spirituale verso il Nirvana, cioè verso l’incondizionato, il Nulla della ragione, della volontà, della identità personale.
Il Cristianesimo annuncia che esiste Dio (e non il Tutto indeterminato); che questo Dio ha creato il mondo come cosa buona; che questo Dio si è rivelato, che la seconda persona della Trinità si è incarnata, è morta e risorta per ogni uomo.
State attenti su un dato: non significa che Cristo si è unito ad ogni uomo; non significa che dopo l’Incarnazione ogni uomo è cristiano anche se non lo sa. Tantomeno che è salvato, senza saperlo. Dato il sacrificio espiatorio di Cristo sulla Croce, che muore per i peccati degli uomini, nessuno si salverà se non per merito. Il Paradiso, aperto da Cristo, è ora da conquistare con le opere che la nostra libertà, con l’aiuto redentivo della Grazia, ci permette di compiere.
2) Cristianesimo
è evidente che il Cristianesimo è una visione totalmente opposta alla gnosi.
Ci fu chi nel primi secoli volle contrapporre il Dio di Cristo al Dio dell’Antico Testamento, facendo di Gesù un alter ego di satana. Quanto oggi si occulta o rifiuta la divinità di Cristo, per inventare il mito di Gesù come maestro di valori sociali, il Gesù Che Guevara giudeo, Socrate di Gerusalemme, e via dicendo.
Se ci pensate, non siamo molto lontani dalle attuali discussioni tra il Dio della Misericordia e il Dio della Giustizia. Per quanto poi Gesù stesso parla di giudizio, colpa, inferno.
Perché il cristianesimo si oppone alla dottrina gnostica?
Potremmo riassumere 4 motivi generali:
a) rifiuta satana come il Nemico
b) rifiuta la dottrina satanica circa il fatto che l’uomo è un essere divino
c) crede nel peccato, nella colpa, nel sacrificio espiatorio di Cristo
d) crede che ogni cosa creata da Dio sia buona (trascendentali)
se è così, come è possibile che Blumenberg dica che il Cristianesimo ha fallito nel tentativo di abbandonare la gnosi? Attenti bene a quello che dice: vi prego. Non rifiutate a priori la tesi. Dovete essere abili. Accogliete e poi distruggete i presupposti. Dovete attaccare al cuore le questioni.
Blumenberg sostiene che il Cristianesimo abbia fallito perché è vero che ha nobilitato il mondo: nel cristianesimo il mondo non è più una prigione. Il mondo non è più il male. Questo Blumenberg ovviamente lo riconosce.
Tuttavia il Cristianesimo non ha risolto davvero il problema del male. Lo ha spostato.
Dove? Ha trasposto il male dal mondo all’uomo.
Nel cristianesimo, il male sopravvive nella tesi antropologica che l’uomo è il male, l’uomo è semplicemente peccato. L’uomo è condannato al suo peccato, le sue opere sono solo peccato.
È così?
La dottrina cattolica insegna che l’uomo è stato creato in una situazione di Grazia
Così anche l’angelo.
Tutte le creature intelligenti sono state create libere. La condizione di beatitudine è un merito, di fronte ad una libera offerta divina
Con quale differenze? Due.
a) l’angelo è puro spirito > la sua scelta è ab aeterno e irreversibile
b) non esiste una specie angelica > non c’è un peccato ereditato da altri angeli
- l’uomo invece è anima e corpo > la sua scelta è nel tempo ed esiste una eredità: tutti abbiamo peccato in Adamo.
Se non avesse peccato? Avrebbe ricevuto rivelazioni progressive, non avrebbe sofferto o conosciuto al morte, avrebbe lavorato, partorito, vissuto in una comunità politica. Avrebbe conosciuto una storia. Anche se non una storia della salvezza.
Cosa ha comportato il peccato?
l’uomo in quanto tale, ha perso la somiglianza con Dio (cioè la condizione di Grazia, i doni sovrannaturali) e risulta ferito nell’immagine (cioè le sue facoltà sono deteriorate e manca un naturale dominio degli istinti e delle passioni).
Ha bisogno della Grazia.
Chi determina il livello soprannaturale in quello naturale, come la teologia dei modernisti, eredita il principio gnostico e anti-cristiano dell’auto-elevazione spirituale.
Invece l’uomo ha bisogno dell’intervento divino ad extra: Rivelazione, Incarnazione, Passione.
Qui si è creata molta ambiguità, perché esistono almeno 4 concetti di rivelazione:
vorrei iniziare da quelli filosofici
1) Hegel: Dio non sa di essere Dio; Dio vive una contraddizione in se stesso tra il suo esistere e il suo non-sapersi Dio. Questa contraddizione è risolta da Dio attraverso un processo dialettico, necessario, razionale, storico. Questo processo è la creazione del mondo e la storia dell’uomo, in particolare la storia del pensiero razionale dell’uomo. La filosofia è l’autorivelazione di Dio a se stesso. Il pensiero che l’uomo ha di Dio è il pensiero che Dio progressivamente nei secoli ha di se stesso. Lo spirito del mondo è lo spirito di Dio
> tutto il dramma della Chiesa moderna è sintetizzato qui: il dialogo e l’apertura al mondo ha significato – non per errore, ma per intenzione di alcuni teologi apostati – la conversione del Vangelo alla Gnosi, l’identificazione dello Spirito Santo con lo spirito di satana, principe di questo mondo.
Mi chiedo – e mi tremano i polsi – se sia questo in fondo il peccato più grave e subdolo contro lo Spirito Santo…
2) Feuebarch lesse tutta la teologia hegeliana come una antropologia velata. L’uomo e non Dio è quel processo storico di auto-rivelazione. La teologia non è altro che la creazione umana per raggiungere la coscienza della propria verità umana.
3) quello cattolico, che è il più semplice: Dio rivela Dio all’uomo. In questa rivelazione divina di Dio stesso, l’uomo capisce qualcosa anche di se stesso? Certo! Cosa? Che è un peccatore, che ha una colpa al cospetto di Dio, che ha bisogno che il suo peccato sia espiato, ma non è possibile per lui espiarlo. Si trova in una posizione compromessa senza vie di uscita. A meno che non sia Dio stesso la vittima del sacrificio espiatorio.
4) oggi – tra Gaudio e Speranza (chi vuol capire, capisca) – questo concetto è stato modificato, in senso gnostico:
Dio non rivela sostanzialmente Dio all’uomo, ma rivela l’uomo all’uomo. Per i cattolici rivela, dell’uomo, lo stato di peccato e del bisogno di essere redento per mezzo della Croce. Per i moderni invece il fine della rivelazione è l’uomo. L’Incarnazione comporta una assurda unione di Cristo con ogni uomo. Cosa significa? Che siamo tutti il Verbo Incarnato? Che siamo tutti già salvi?
Se Cristo si è unito ad ogni uomo, anche se non siamo tutti la Seconda Persona della Trinità, tutti dobbiamo però, almeno, essere senza peccato, già redenti. Questi sono i presupposti di Rahner.
Perché dico, che la modificazione è gnostica? Perché di fatto propone l’uomo divino.
Voi criticate la riforma liturgica perché ha messo al centro l’uomo e spostato Dio.
Fate bene, ma non è esatto! La riforma liturgica ha tolto volutamente Dio, per porre al centro non l’uomo e basta, ma l’uomo divino, l’uomo che si fa come Dio, contro Dio stesso. Come Lucifero.
Piccola polemica di cui mi assumo tutta la responsabilità: Se è vero questo, possiamo accontentarci del mito del concilio parallelo, dell’errore non previsto? Quanto tempo deve passare per avere il coraggio di guardare la verità? Scrivere queste cose non è un errore. È una strategia pre-determinata!!
Concludo.
Si può quindi dire che il Cristianesimo condanna l’uomo al suo peccato?
Prima di tutto l’uomo conserva il libero arbitrio, anche se; è in grado di utilizzare in maniera giusta la sua ragione (vedi la filosofia greca); è in grado di compiere del bene, anche se non le opere della Grazia; è in grado di capire qualcosa di sé e dell’universo. Continua a lavorare anche se con fatica, partorire anche se con dolore, vivere in uno stato e possedere proprietà, anche se con concupiscenza. Ecc.
Una volta ottenuta la Grazia, è realmente sanato. I sacramenti hanno questo potere.
Quindi Blumenberg ha torto! … Non proprio.
Lutero gli dà ragione. Il grande padre dell’ateismo e del nichilismo di tutta la modernità, il primo responsabile dell’odio nei confronti di Dio in Marx o in Nietzsche, l’anticipatore di Cartesio nella rivoluzione filosofica dell’età moderna, il vero inventore del principio di immanenza, della svolta antropologica, della riconduzione della verità alla coscienza umana, della riduzione della fede a esperienza individuale. Colui che negò san Tommaso, finì per negare Dio, finì per giustificare chi dice che la religione è nevrosi o alienazione.
Non credete a chi vi parla di senso religioso. Il cattolico non sa che farsene.
Perché? Che cosa è il senso religioso?
Il culto degli antenati?
Le credenze superstiziose?
Le idolatrie?
Anche il satanismo è una forma di senso spirituale e religioso!!
Chiamiamo anche loro nell’ecumenismo moderno?
Tutti i sensi religiosi e tutte le altre religioni sono false. Non ho altro da aggiungere!!
Anzi sì: potrebbero essere vere: potrebbero avere un essere spirituale reale a cui gli adepti rendono culto. Ma in questo caso è satana!
Che cosa fece Lutero?
1) disse che Dio in sé è nulla, non esiste. Disse che Dio esiste solo nell’uomo, nella sua esperienza, nel suo senso religioso.
>> quindi arrivò Feuerbach, il padre dell’ateismo filosofico, che disse una cosa giustissima e coerente con l’impostazione luterana: se Dio esiste solo nella mia coscienza, allora questo Dio non esiste davvero, è una mia invenzione, una mia proiezione.
2) ma fece anche di più. E qui chiudo.
Non solo affermò che il peccato ha distrutto tutta la natura umana, ma affermo che neppure Dio rende il peccatore giusto. Sapete che i protestanti negano i sacramenti. Fanno di più negano l’azione redentiva di Dio stesso. Che significa?
Secondo loro Dio si comporta come un giudice che considera l’imputato, come se fosse giusto, ma non lo rende tale.
SARETE COME DEI: il Buddha d’Occidente
Secondo Blumenberg,
la modernità è l’unica epoca emancipata dal mito gnostico,
finalmente libera di essere senza eredità,
senza vincoli, senza catene.
Voi Cristiani avete fallito.
Avete conservato in altre vesti le antiche catene della gnosi.
La Gnosi sosteneva
che il mondo è frutto di una creazione da parte di un Dio malvagio,
il Dio dell’AT,
la Gnosi sosteneva
che la legge è sempre espressione di oppressione e sudditanza,
la Gnosi sosteneva,
nelle parole del serpente, che l’uomo è un essere divino, che il peccato è la liberazione.
Ebbene, voi cristiani avete modificato l’idea del mondo come prigione,
avete liberato il mondo dal male, ma avete traghettato questo male nell’uomo.
Avete posto che l’uomo è il male.
Non siamo stati noi, caro Blumenberg. Non sosteniamo che l’uomo è ferito, che ha bisogno che Dio si riveli (cioè riveli Dio all’uomo e riveli all’uomo non la sua altissima vocazione come dicono i modernisti gnostici: quale altissima vocazione?!? L’uomo scopre che è un peccatore e che non può estinguere la colpa antica: ha bisogno che Dio si Incarni e che muoia per lui.
Noi annunciamo il sacrificio espiatorio del Figlio di Dio.
Ma non professiamo che l’uomo è male.
Chi lo ha fatto viene da noi, ma non è uno di noi. È un mercenario e un falsario.
Quest’uomo si chiama Lutero.
Lutero fa sopravvivere il mito gnostico nell’uomo, in quanto male, nell’uomo salvato dall’anarchia della Grazia e solo considerato giusto da Dio, ma non reso davvero tale.
E Lutero è la modernità, l’inventore del principio di immanenza.
Posto questo, ora daremo battaglia.
E non vi sarà pietà. Non esiste perdono né compassione per i dannati, come per i demoni.
A noi tutti è stata dichiarata una guerra.
Noi tutti siamo caduti.
A noi tutti è stata offerta la liberazione,
perché la terra di quella battaglia antica è stata macchiata dal sangue di Dio.
Perché noi professiamo che Dio divenne carne.
Noi adoriamo il sangue dell’Agnello,
come il prezzo del nostro riscatto.
Satana non può più vantare nessuna pretesa sulle nostre anime.
È stato concesso di nuovo un antico potere: in caso di vittoria come di morte, noi conquisteremo l’immortalità.
Eppure noi siamo la spazzatura del mondo come dice Paolo. E questo è un bene per noi. Perché siamo resi simili al Re. Hanno appeso al legno il Figlio di Dio, come un maledetto. Tratteranno noi allo stesso modo. Cosa faremo?
Non spegneremo il lumicino anche se debole. Noi sappiamo che le tenebre copriranno la scena di questo mondo, prima che sia la fine. Noi sappiamo che satana sarà sciolto dalla catene, e forse già lo è. I santi verranno vinti e sulla loro morte festeggeranno i popoli. Perché quei santi si rifiutavano e si rifiuteranno di professare la divinità dell’uomo. Non adoreranno Dionisio.
E i dotti tra noi si inginocchieranno ancora una volta di fronte ad un Bambino posto nella mangiatoia.
Il Sacrificio sarà celebrato in poche Chiese perché non ci saranno più altari. Perché non ci sarà più peccato. Perché verrà annunciata pace e fratellanza.
Non qui. Non sentirete questo dalle mie parole. Io vi parlo di guerra, perché il Figlio dell’Uomo è venuto a portare la spada. Noi abbiamo issato l’unico Vessillo. Lo abbiamo fu Roma. Abbiamo trasformato un impero finito, la Babilonia delle nazioni, in un potere politico sacro: un potere posto a scudo per l’Anticristo, un potere posto ai piedi del Vicario del Cristo.
Questo potere sta venendo meno. Ora io vi spiego perché sta avvenendo questo.
Che cosa è la modernità?
Una auto-interpretazione di un’epoca realizzata nei secoli dai protagonisti di quella stessa epoca. La modernità è in fondo un’idea.
I marxisti hanno avuto una grande forza. Perché? Perché avevano inserito la visione politica dentro quella storica. Il marxismo è una visione dell’uomo inserita dentro una visione della storia. È una simbiosi fantastica e reale. Se soprassediamo dal fatto che la visione dell’uomo di Marx è anch’essa gnostica – come vi dimostrerò – l’errore fu nel fatto di considerare la storia come lotta fra classi.
E invece, la storia è lotta tra idee, lotta tra visioni dell’uomo, lotta tra grano e zizzania, lotta tra Cristo e satana, tra la città di Dio e la città del diavolo. Tutta la storia è lo scontro creato dalla sfida di satana a Dio, a iniziare dall’Eden. Questa lotta coinvolge angeli e uomini. Avrà termine con il Giudizio Universale.
Badate bene:
Quando sentirete dire che in fondo non c’è peccato, che il peccato originale è un mito o addirittura la via della libertà e della coscienza, vegliate, perché è Gnosi.
Quando sentirete dire che non ci sarà nessun Giudizio, vegliate perché chi nega il Giudizio nega il peccato e la colpa, chi nega il peccato e la colpa, nega il Sacrificio espiatorio di Cristo sulla Croce.
Quando sentirete dire che la legge non è condizione di libertà e di ordine, ma è sempre oppressione, vegliate perché per primo lo disse il serpente.
Quando sentirete dire che voi non siete uomini e donne, con una identità data, con una essenza definitiva, ma siete un nulla che si auto-plasma in base all’anarchia di istinti perversi e orgiastici, vegliate, perché è Gnosi. Il gender è solo l’ultima forma della gnosi.
Quando sentirete dire che non c’è nessuna battaglia, vi inviteranno ad aprire le porte perché non c’è il Nemico, vegliate perché o non sanno chi è il vero Nemico, o sono il Nemico.
Ora, quale è l’idea della modernità, quale è l’idea che fonda la modernità?
Di solito si dice che l’umanesimo ha posto l’uomo al centro e ha decentrato Dio… non è vero. L’uomo dell’umanesimo è l’uomo divino.
Il manifesto è Pico della Mirandola.
-
«O Adamo, non ti ho dato né una sede determinata,
né un aspetto tuo particolare,
né alcuna prerogativa a te solo peculiare,
perché quella sede, quell’aspetto, quella prerogativa
che tu desidererai, tu te le conquisti
e le mantenga secondo la tua volontà e il tuo giudizio.
La natura degli altri esseri, stabilita una volta per sempre,
è costretta entro leggi da me fissate in precedenza.
-
Tu invece, da nessun angusto limite costretto, determinerai da te la tua natura secondo la tua libera volontà, nel cui potere ti ho posto ho messo al centro del mondo perché di lì più agevolmente tu possa vedere, guardandoti intorno, tutto quello che nel mondo esiste.
-
Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché tu, come se di te stesso fossi il libero e sovrano creatore, ti plasmi da te secondo la forma che preferisci. Tu potrai degenerare abbassandoti sino agli esseri inferiori che sono i bruti, oppure, seguendo l’impulso del tuo animo, rigenerarti elevandoti agli spiriti maggiori che sono divini».
Cosa significa?
Che la gnosi antica ha subito una evoluzione molto complessa.
La gnosi antica crede nel serpente, ma crede che il Dio dell’Antico Testamento è diverso dal Dio nel Nuovo Testamento. Lo chiamano demiurgo e lo credono malvagio. Il mondo è prigione.
La gnosi moderna, fondata nell’Italia del quattrocento e preceduta dalla mistica neoplatonica tedesca del tardo medioevo, non vede più il mondo come prigione, ma come espressione di Dio stesso, come tempio di Dio, infine come Dio stesso (panteismo).
Quindi adesso ci sono 2 domande?
- Se la materia non è più prigione, perché parliamo ancora di gnosi?
- Come fu possibile passare dal mondo come prigione al mondo come tempio di Dio: le due tesi sono opposte.
a) alla prima domanda, rispondiamo che anche la gnosi moderna conserva la tesi principale dell’uomo divino, dell’uomo che si auto-divinizza
> che cosa significa in concreto che si auto-divinizza?
i) che prende coscienza di essere parte del Tutto-cosmico, si uniforma alla coscienza universale del Sé > teosofia, panteismo, evoluzionismo mistico
ii) che riferisce a sé il principio primo del potere e del diritto
iii) che auto-crea la propria essenza e la propria identità sessuale.
b) alla seconda domanda, rispondiamo che fu modificato il concetto classico di creazione: mentre prima si prevede Dio crea il mondo ad-extra, ora la creazione è vista come doppio processo interiore a Dio, un processo di auto-contrazione, auto-alienazione da una parte e un processo di emanazione dall’altra. Questo cambiamento concettuale avviene nella cabbala, che propone una antropologia gnostica in cu l’uomo si auto-eleva al divino, ripercorrendo a ritroso il cammino dell’emanazione divina.
3) quindi abbiamo dimostrato che la modernità sia gnosi. Ora dobbiamo spiegare la relazione tra modernità e male.
a) in una visione panteistica il male è spiegato così:
1) non esiste
2) un fattore dell’evoluzione
2.a) è il limite della natura che l’evoluzione progressiva e razionale supera e risolve
2.b) è il livello inferiore di coscienza, è il grado di indeterminazione originaria (il non sapersi)
2.c) è la possibilità non scelta, è il residuo di una volontà indeterminata che si è autodeterminata come Dio-Bene
3) qualsiasi fattore che mette a rischio l’eco-sistema (l’uomo come cancro del pianeta)
b) nei primi due secoli della modernità, ad eccezione di pochissimi, come ad esempio Machiavelli o Lutero, i filosofi si concentrarono sulla relazione uomo-mondo e uomo-natura, a titolo scientifico o magico (Giordano Bruno).
> quando si passò dalla natura alla politica come oggetto peculiare le cose cambiarono, perché tornò in auge l’antico concetto gnostico di prigione.
Qui però si fece un passaggio dalla prospettiva spaziale (la prigione come mondo) alla prospettiva temporale (la prigione come tempo) e si condannò il passato e il presente come età da superare, sostituire, negare, distruggere. Fu creato il mito moderno del Nuovo Ordine, come età spirituale, umana, terrena, definitiva, salvifica, da creare etsi Deus non daretur o contro Dio stesso.
Qui è bene fissare dei punti chiave:
1) Profeta e realizzatore ultimo di questa età è l’Anticristo.
> nessuno sa quando si verificherà l’avvento dell’Anticristo.
> l’Anticristo sarà vinto dal Cristo con la Parousia
> l’avvento dell’Anticristo può essere ritardato entro i limiti stabiliti da Dio.
> l’Anticristo si manifesterà certamente e avrà potere sul mondo e sarà creduto dai popoli Messia e liberatore al posto di Cristo. Sarà osannato in nome della pace, della fratellanza, della libertà.
> ciò che precede il suo avvento è l’apostasia
> ciò che permetterà il suo avvento è la rimozione dell’ostacolo … il Papa nel suo esercizio di Vicario di Cristo.
Le modalità di raggiungere il Nuovo Ordine sono due:
- il Progresso, il liberalismo, l’educazione. La quint’essenza di questo approccio è la massoneria contemporanea, che nell’ultimo secolo ha realizzato l’attacco più subdolo e più riuscito alla cattolicità. Un complotto fatto entrare dentro la Chiesa e fatto realizzare dalle stesse gerarchie, convertendo i cattolici alla gnosi senza che nessuno se ne rendesse conto… quasi nessuno.
Come? Convertendo la Chiesa ai principi del liberalismo e della democrazia, convertendo la Chiesa allo spirito del mondo, cioè di satana, facendo in modo che venga negato esplicitamente o meno il peccato e il Sacrificio di Cristo.
> la stessa massoneria, però, ha subito una evoluzione. O meglio ha cambiato obiettivo e strategia in base alle vittorie ottenute.
Quali vittorie?
La prima è stata politica. In Inghilterra, influenzata fin dai tempi di Elisabetta I delle idee teosofiche di Bruno, fino alla rivoluzione gloriosa alla fine del 1600.
Di cosa si è trattato? Della fondamentale rivoluzione politica ed economica dell’età moderna.
Perché? Perché quando Guglielmo d’Orange prese il potere, quel potere non era più legittimato da Dio, ma dal parlamento. > l’uomo-divino e non Dio era la fonte ultima del potere
Quello stesso re permetteva la creazione di una Banca Nazionale, affidata a privati che avrebbero avuto il potere di emettere moneta come un debito.
- esiste un altro metodo per realizzare l’età dell’uomo-divino: la Rivoluzione
Giacobina e Bolscevica. Infatti quando la Massoneria ufficializza le sue costituzioni a Londra, all’inizio del 1700, non ci sono più riferimenti politico-rivoluzionari. Mentre nella formazione in Europa del Grande Oriente si sente ancora il bisogno di distruggere l’ordine antico.
come fu possibile che dalla prospettiva naturalistica si passasse a quella politica e dentro l’idea dell’avvento di una terza età spirituale?
SARETE COME DEI: l’età spirituale
Iniziamo dal primo punto:
Proviamo a iniziare con due domande:
1) che cosa è la storia?
2) che cosa è il potere?
La seconda pare più semplice, perché permette una risposta diretta, una risposta applicata ad un contesto.
Invece, chiedersi cosa sia la storia, presuppone di accettare prima un presupposto logico: la domanda ha senso solo se accettiamo che la storia sia lineare. Cioè dobbiamo avere un concetto di tempo, come se fosse una retta, almeno un segmento. Ma non un cerchio.
Né i greci, né gli orientali ci possono aiutare: Hegel non riconosceva il titolo di filosofie alle etiche cinese e indiana, perché non avevano neppure una coscienza storica, a differenza del popolo persiano. Figuriamoci un tempo lineare.
Solo gli ebrei hanno avuto questa concezione: non hanno cercato l’archè del mondo, gli elementi materiali dell’universo. Hanno cercato e adorato il Signore della storia.
Anche quando hanno ereditato tradizioni di altri popoli, lo hanno sempre fatto, inserendo quelle tradizioni dentro la storia. E una storia di salvezza e di Rivelazione.
Questa concezione viene ereditata a piene mani dai cristiani. La storia ha un senso, una ragione ultima, un significato profondo.
- ha degli estremi: Creazione e Giudizio Universale
- ha età: sezioni interne. I Padri ne contano sei + una, alla luce dei giorni della creazione, oppure due macro epoche: AT e NT, oppure ancora tre tempi: il tempo pagano, il tempo sotto la Legge, il tempo sotto la Grazia. Nel commento di Agostino alla lettera dei Romani, se ne evidenziano quattro, due + due, perché il tempo della Grazia non ci evita il combattimento (prima della legge, sotto le legge, sotto la grazia, in pace).
Non possiamo scendere in questi particolari. Qualsiasi sia lo schema, possiamo fissare un punto, che forse vi sorprenderà.
Quando inizierà l’età finale, gli ultimi tempi?
Questa è la risposta: sono già in atto. Da quando? Dall’Incarnazione. I tempi finali non sono al futuro. I tempi finali sono nel presente del NT. Sono i tempi che vanno da Cristo a Cristo, dal primo Natale alla Parousia.
- questa storia ha poi una regia: è una commedia, una dramma, un genere western?
No. È un genere militare. La storia è una guerra.
Una guerra dichiarata dagli angeli caduti, una guerra che ha coinvolto gli uomini, prima come oggetto di tentazione, poi come coinvolgimento attivo nella ribellione.
Conosciamo la strategia scelta da Dio per vincere. Ciò che noi però non sappiamo e quando finirà questa guerra.
Sappiamo però alcune cose circa la fine.
E queste cose gettano luce sulla seconda domanda da cui siamo partiti: il potere politico.
Sappiamo che gli schieramenti sono mescolati, come grano e zizzania;
sappiamo altre cose:
1. Dio Padre ha scelto di sottomettere tutto al Figlio e il Figlio ha scelto di onorare la Madre, affinchè sia Lei la mediatrice di tutte le Grazie, affinchè sia Lei a chiamare alle armi, affinchè sia Lei a trionfare sul serpente antico. E questo il diavolo lo sa.
2. nello stesso tempo il Figlio ha scelto, prima del ritorno, di affidare in modo vicario, il suo potere a Pietro. Perché?
Per ammaestrare e battezzare. Insegnare tutto ciò che Gesù ha comandato, senza aggiungere o togliere neppure uno iota.
Non solo. Ma perché i cristiani creino sulla terra, in virtù e alla luce del potere spirituale, un ordine temporale cristiano. Non una teocrazia. Ma sistemi di governo che pur avendo come fine la società, quindi la loro autonomia, conservino il dovere di indirizzare gli uomini al loro fine ultimo, cioè la salvezza.
Che significa? Siano a servizio del potere spirituale. Siano un ostacolo qui tenet.
Noi ci frapponiamo all’Anticristo, all’apostasia, alla gnosi, alla religione dell’uomo, alla proclamazione dell’uomo divino. Ad un ordine che vuole essere costruito in nome dell’Anticristo.
3. il Padre ha inviato anche lo Spirito Santo? Perché? per due motivi sostanziali: guidare e consolare i cristiani; accusare il mondo nella sua colpevolezza di non aver creduto nel Figlio.
Siamo quanto più lontani dalle illusioni del dialogo con il mondo.
Questo trovate in Giovanni.
Infatti, sono attribuiti allo Spirito Santo i verbi di guidare alla verità (verbo che ricorre per il Padre nell’AT e per il Figlio nell’Apocalisse), parlare e glorificare (verbi che ricorrono entrambi per tutta la Trinità in Giovanni); ma l’ambito in cui Giovanni contestualizza le azioni indicate nei verbi è un ambito duplice di consolare i cristiani perseguitati nel e dal mondo e convincere il mondo stesso circa il peccato. In altri termini non si tratta affatto di una retorica della Misericordia, quasi venisse negato il peccato stesso. Al contrario, l’azione dello Spirito Santo è un’azione di giudizio e giustizia. Questa azione di giustizia e giudizio non si misura nella indifferenza del mondo, ma – come sottolineato da Raymon Brown – su una vera e propria ostilità ed esplicito rifiuto: «la parte che è oggetto di elenchein è colpevole»; a sua volta Schnackenburg ha ravvisato che la doppia azione della Terza Persona trinitaria è complementare: «il Paraclito da assistente dei discepoli davanti a tribunali umani diventa accusatore del mondo davanti al tribunale di Dio. È questo un ruolo che a tutta prima non è compreso nel concetto e nell’idea di Paraclito: nel giudaismo il peraqlît (= senêgôr) è addirittura la controparte dell’accusatore (qātêgôr). Ma nell’idea giovannea di krisis trova posto questo scambio di ruoli, e con una profonda motivazione: come nel processo di Gesù l’accusato in realtà è l’accusatore, il condannato è il giustificato, l’annientato è il vincitore, lo stesso avviene nel “processo” di Dio contro il mondo incredulo, che quel processo davanti a Pilato già rappresenta in modo velato e che continua ad effettuarsi nello scontro della comunità di Gesù con gli uomini increduli ed ostili».
Non solo. 2° punto: il cuore di questa conferenza.
Cosa significa che il mondo è ostile?
Prima di tutto significa che non è in una condizione neutrale: non siamo alla scampagnata e ognuno racconta la propria versione su Dio.
Però ostile può avere due sensi, uno passivo e uno attivo: se è passivo, vuol dire che il mondo fa resistenza; se è attivo, vuol dire che il mondo vuole creare un ordine opposto a quello cristiano.
E in effetti è così.
E in effetti, ci riuscirà: l’Anticristo regnerà e vincerà i santi. L’apostasia generale si verificherà. Il potere vicario, in quanto ostacolo, verrà in un certo modo, meno. Prima ancora del venir meno del potere vicario, verrà meno quello politico. Molte di queste cose sono già avvenute, molte di queste cose stanno avvenendo. Di più non sappiamo…
Il mio compito a darvi alcune linee guida di come a livello filosofico questo sia avvenuto.
- avevamo finito con una domanda: come fu possibile che dalla prospettiva naturalistica si passasse a quella politica e dentro l’idea dell’avvento di una terza età spirituale?
- abbiamo dimostrato che la modernità si struttura intorno ad una visione gnostico-ottimistica, prima al livello della natura, poi a livello della politica; concepisce l’idea di un Nuovo Ordine che realizza attraverso la rivoluzione o il progresso.
Il potere della sovversione è la Massoneria, perché la sua antropologia e la sua teologia sono assolutamente gnostiche.
3) abbiamo indicato questa età spirituale come la conversione della Chiesa alla gnosi, come il tempo dell’apostasia che precede l’avvento dell’Anticristo.
Siamo tutti gioachimiti.
Anche inconsapevolmente, siamo stati culturalmente e religiosamente forgiati dall’idea del progresso, dall’idea dell’avvenire, dall’idea che la storia abbia il dovere sacro di realizzare un mondo nuovo, la primavera dei popoli. Magari anche con la rivoluzione. Siamo figli di un’idea. L’idea della terza età spirituale. Siamo figli spirituali di un monaco medievale che immaginava – questo secondo la versione ufficiale – che la storia avesse un ordine tripartito, corrispondente alla Trinità. Siamo gli eredi, prossimi o lontani, della duplice convinzione di un abate calabrese: la convinzione che tra Vecchio e Nuovo Testamento ci fosse, tanto sul piano esegetico, quanto su quello storico, una concordia speculare perfetta e molteplice; la convinzione che nella storia si susseguono tre tempi, tre età, ognuna con il proprio ordine, tre stati, corrispondenti rispettivamente alle tre Persone della santissima Trinità. Siamo l’effetto di una ambiguità: rendere complementari due Testamenti – e quindi un ordine storico bi-partito – e tre Persone divine – e quindi un ordine storico tri-partito.
Questo monaco si chiama Gioacchino da Fiore. È vissuto nel XII secolo.
Età del Padre, età del Figlio, età dello Spirito Santo.
Che cosa significa? Leggere ogni fatto, ogni personaggio, ogni articolazione storica attraverso una correlazione stringente tra diversi tempi e applicare questa correlazione non solo alle figure del Vecchio e del Nuovo Testamento, ma anche alla storia della Chiesa, fino al Giudizio Universale. Significa che gli eventi di Cristo corrispondono a particolari ordini, cioè che «la resurrezione riguarda la fede apostolica, la passione la pazienza dei martiri, la natività l’umiltà dei dottori, l’ascensione la speranza dei contemplativi» (Prefatio, II [4-5]).
E per quanto ci possa sembrare forse assurdo; per quanto abbiamo da tempo proclamato la nostra emancipazione religiosa e certo non indugiamo su esegesi bibliche; per quanto abbiamo sostituito lo Spirito Santo con lo spirito del mondo, Dio con l’Uomo, restiamo, comunque, tutti gioachimiti. Anche coloro che non credono in Dio sono comunque affascinati da questa idea di attesa, progresso, utopia. Sono i sostenitori di una rivelazione. Magari non di Dio. Ma certamente dell’uomo. O per alcuni dell’universo vivente stesso. Sono profeti dell’oltre-uomo. Apologeti dell’homo faber fortunae suae. Liberali o comunisti, giacobini o sessantottini, ecologisti o modernisti clericali. Tutti convinti del prossimo accadere di una rivelazione antropocentrica, finalizzata all’autocoscienza del proprio sé, da parte dell’uomo. Siamo tutti gioachimiti, perché siamo tutti – volenti o no – millenaristi. Siamo tutti inebriati da questa imminente terza età. Magari, non propria dello Spirito Santo, ma propria dell’Uomo. Magari non a carattere cristiano, ma laico. Ad ogni modo, siamo tutti fautori di un nuovo ordine mondiale. E gli oppositori al sistema finiscono per propugnare – semplicemente – un altro ordine nuovo. Comunque sia, una Terza Età.
Eppure.
Eppure vorrò smentire che Gioacchino da Fiore fosse millenarista, perché sono convinto che non abbia mai pensato ad una terza spirituale. Eppure, questo monaco non avrebbe riconosciuto, come suoi figli, neppure intere generazioni di frati, vissuti appena mezzo secolo dopo la sua morte (1202), sette protestanti e coloni americani, illuministi e rivoluzionari, padagoghi fascisti e filosofi marxisti, preti modernisti e apostati dell’ortodossia cattolica.
Tuttavia, tutti si sono riferiti a lui. Tutti hanno strutturato l’opzione fondamentale del modo di intendere la realtà, l’uomo e Dio per mezzo di una categoria ideale, una prospettiva, un’attesa che abbina storia e male. Perché, necessariamente e immanentemente, la storia rivelerà l’uomo a se stesso, lo scopo ultimo del suo libero arbitrio; perché, necessariamente e immanentemente, la storia rivelerà la sua stessa fine dialettica, giungerà alla realizzazione del mondo dei beati, attraverso una sorta di parto spirituale, processo maieutico assoluto, pentecoste storica immanente. Persino la tradizione teologica moderna (de Lubac e Gaudium et Spes) rivede il concetto di Rivelazione divina, conferendole come scopo non più quello di rivelare Dio e lo status di morte dell’uomo – la cui condizione di peccato è stata occasione del sacrificio espiatorio di Cristo – bensì quello di rivelare l’uomo a se stesso, la sua vocazione: la religione di Dio è così diventata religione dell’uomo e dell’uomo nuovo. Papa Paolo VI, nel discorso conclusivo del Concilio Vaticano II, negando che ci fosse stato anatema della Chiesa contro l’umanesimo moderno (cioè gnostico), sottolineando al contrario stima e apprezzamento, rivendicava, come propria della Chiesa, una religione dell’uomo.
Oramai per tutti, il secolo non è più senescens, come nella percezione agostiniana, ma gravido di avvenire, come per Leibniz. E chi rammenta un’altra Verità, lo fa solo perché è retrogrado e ottuso. Forse intollerante. Forse un profeta di sventura. Forse ancorato a quel modello ontico – per usare l’espressione di Heidegger – della metafisica classica. Forse timoroso delle effusioni anarchiche dello spirito. Forse pessimista, sulla possibilità umana di costruire un mondo di pace e fratellanza. Forse mal disposto a riconoscere l’antica verità «divina» dell’essenza dell’uomo.
L’abate calabrese Gioacchino da Fiore sarebbe, dunque, il riferimento ineludibile. Così viene presentato. Ma così non è.
Sto pubblicando un libro, che uscirà a settembre-ottobre in merito. Che ora vi rendo nelle sue linee generalissime.
È fondamentale questo passaggio: perché noi siamo dove siamo a causa di un big bang, una singolarità iniziale molto complessa.
1) Lutero: il principio di immanenza e il Giudice che considera giusto, ma non rende giusti: da qui l’ateismo filosofico e la militanza contro questo Dio (Marx).
2) la cabbala e la mistica neoplatonica tardo medievale: da qui la gnosi ottimistica, il sincretismo, il naturalismo religioso, l’ecologismo.
Dobbiamo aggiungere un terzo punto: la questione della storia. Per questo siamo partiti da qui.
La gnosi subì una modificazione: la materia non è prigione, ma tempio divino.
Ma non basta. La dottrina gnostica dell’auto-deificazione fu inserita dentro una tensione storica, dentro una dottrina millenarista.
Il millenarismo era stata quella prospettiva che prevedeva un regno terreno di Cristo affidato a Lui e ai risorti in Cristo, della durata di mille anni, con satana in catene, fino allo scontro finale: satana sciolto dalle catene.
Agostino chiarì definitivamente che il regno millenario era da riferirsi ai risorti in Cristo nel senso di battezzati.
Rimase intatta e confermata dallo stesso Agostino l’idea della tribolazioni e dell’Anticristo.
Si arrivò fino al Mille, quando ritornò viva un’antica idea del refrigerio dei santi, cioè di un periodo a cui avrebbe accennato Daniele successivo all’Anticristo e precedente la fine definitiva dei tempi terreni.
Il più importante e fondamentale contributo in merito fu offerto da Gioacchino da Fiore.
Gioacchino da Fiore è convinto di due macro idee:
a) esiste una concordia perfetta tra Antico e Nuovo Testamento: storie, personaggi, libri sono tutti interconnessi fin nei minimi particolari;
b) esiste un rapporto tra la divisioni per età, i due Testamenti e le tre persone divine, come se le età e i Testamenti si ricollegassero ad un tempo del Padre, un tempo del Figlio, un tempo della Spirito Santo.
> il problema è cosa sia il tempo proprio dello Spirito Santo.
Secondo i miei studi in merito, non si tratta affatto di un terzo tempo dopo quello di Cristo o di un terzo Testamento, né di un’età spirituale utopica. Gioacchino dilaziona il tempo della persecuzione anti-cristica. I tempi finali, iniziati con Cristo conosceranno l’avvento dell’Anticristo e alla fine il ritorno di Cristo e il Giudizio Universale.
L’avvento dell’Anticristo determinerà però un tempo sotto il suo potere, in cui la Chiesa conoscerà apostasia ed eresia, persecuzione diretta. Però anche consolazione spirituale, fino alla tribolazione finale di Gog. Quindi ci sarà il Giudizio.
L’età spirituale coincide cioè con il tempo della persecuzione dell’anticristo e di Gog, è un tempo di consolazione spirituale di quei cristiani riamasti fedeli, prima del ritorno di Cristo e del Giudizio. Dentro al tempo del Nuovo Testamento e della Chiesa.
6) fino alla metà del 1200, cioè nei primi decenni dopo la morte di Gioacchino, la sua figura è associata al tema dell’Anticristo.
> Poi avviene un fatto che dà la svolta: dentro le diatribe tra i francescani, circa il rispetto sine glossa della Regola di san Francesco, i radicali iniziano a maturare l’idea che loro sono il popolo spirituale, è iniziata la terza età spirituale, l’Anticristo sono quei superiori o quei singoli papi che li osteggiano.
Dai francescani si passò ai protestanti, che indicarono con Lutero, se stessi come la vera Chiesa spirituale e il Papato tutto, come l’Anticristo.
Rispetto a Gioacchino ora le categorie erano: il nemico da descrivere come Anticristo e se stessi come il popolo spirituale che inaugurava la terza età.
Così i puritani colonizzarono l’America, trovando nei territori sconfinati di quelli che divennero poi gli USA, il luogo perfetto in cui realizzare la terza età, il mondo nuovo.
Questa idea si secolarizzò: per i cristiani eretici esisteva ancora lo Spirito Santo come conferma del loro tempo come spirituale e di loro stessi come cristiani veri, adulti, nuovi.
> questa idea ha segnato anche la categoria conciliare della primavera della Chiesa: i segni dei tempi facevano presagire l’avvento dell’Anticristo e invece che correre ai ripari si scelse la religione dell’uomo, la gnosi. Cioè, esattamente la matrice dell’ordine nuovo, dell’ordine anticristico. Il dialogo con il mondo si trasformò in conversione al mondo e al principe di questo mondo.
Come si secolarizzò?
Perché l’uomo doveva realizzare la terza età, grazie all’intervento divino? L’uomo moderno pretende di realizzarlo senza Dio e contro Dio. La terza età diventa il secolo nuovo, il popolo spirituale diventa la massoneria illuminata.
Ultima cosa: qualcuno potrebbe chiedere: se il processo si secolarizza, cosa c’entra l’Anticristo, che è un essere che ha senso dentro una visione religiosa e cristiana.
Rispondo così.
Per Gioacchino da Fiore la fine dei tempi è contrassegnata dall’Anticristo. In senso persecutorio. Dopo questo tempo ci sarà il ritorno di Cristo e il Giudizio Universale. Ecco, allora, il primo passo: nella misura in cui Parousia e Giudizio scompaiono e l’orizzonte si immanentizza e materializza, anche il ruolo dell’Anticristo – a prima vista – viene meno. In questo ci sarebbe coerenza. Il mondo nuovo, se è umano, se è realizzato senza Dio, non ammette la figura dell’Anticristo. Non troverebbe un ruolo logico. Resta solo fino al periodo delle rivendicazioni religiose anti-papiste dei protestanti. Nella secolarizzazione viene meno. Il punto, però, è che l’età spirituale dei moderni non vive semplicemente di attesa, ma dipende a sua volta da una precisa visione antropologica. È da questa visione, infatti, che dipende la rivendicazione emancipatoria. Non si trattò di rivendicare autonomia: l’emancipazione fu religiosa, in modo assoluto. L’ordine nuovo doveva essere umano nella misura di anti-cristiano, sia nella metodologia persecutoria (come nel caso dei giacobini e dei bolscevichi), sia in quella massonico-liberale e modernista, più occultamente apostata, grazie al mito del progresso. Questo dover essere dipendeva proprio dalla radice antropologica e in ultima analisi, teologica, dal momento che si trattava esattamente di gnosi. L’aspetto satanico derivava da questa irrinunciabile adorazione divina di sé, da questa religione dell’Umanità, da questa sacralizzazione dell’uomo nel suo cammino di auto-plasmazione e auto-deificazione, condotto fino al disprezzo di Dio. La civitas che si voleva realizzare, quindi, era già nella essenza delle intenzioni primarie una civitas diaboli. Non si trattò di deviazioni rispetto a buoni ideali. Si trattò di attuare l’idea dell’uomo-dio. I valori archetipi erano, in questo senso, anti-cristici. Ecco, dunque, che proprio quella figura estromessa dalla logica della secolarizzazione, ricompariva ora – in virtù della radice gnostica – addirittura come profeta-messia della nuova era. L’apostasia di cui parlava Paolo ai Tessalonicesi – che anche per Gioacchino è segno dell’Anticristo (tanto da guardare sempre con orrore gli eretici) – subisce uno stravolgimento di ruolo: da segno dell’Anticristo che apre la terza età, cioè il male nei tempi della persecuzione massima (correlato alla consolazione spirituale di Dio) prima della battaglia finale e del Giudizio, ora diviene emblema stesso della terza età dei moderni. Il punto di svolta che libera l’uomo da Dio, perché l’uomo possa affermare (contro Dio) la sua divinità. Ciò che nell’escatologia cristiana è il tempo della desolazione, prima del ritorno di Cristo, ora diviene il principio stesso della nuova era a cui aderire.
Ciò che nell’escatologia cristiana si afferma
come massima manifestazione del male,
del peccato e dell’abominio, diviene ora
il principio sovvertitore dell’ordine cristiano,
verso un futuro che fa di quel male,
di quel valore anti-cristico
il pilastro fondativo della terza umana età.
Al di là quindi della dialettica triadica,
tra Gioacchino e il Cristianesimo in generale,
da un lato, e la modernità dall’altro,
non si poteva concepire in modo più antitetico il concetto di fine della storia. E proprio il problema del male rende giustizia di questa opposizione. E questo, nella seconda valenza che Russell riconosce al concetto di fine della storia, quando, in riferimento al cristianesimo, scrive: «La fine del mondo ha due significati importanti. Qui il termine mondo non è principalmente espressione tratta dalla cosmologia fisica, un termine spazio-temporale: indica piuttosto la condizione di rovina dell’umanità prima della redenzione, o, meglio, essendo il termine intemporale, lo stato di rovina dell’umanità senza la redenzione. La redenzione di questa condizione di rovina è un processo che inizia con l’antica alleanza e terminerà con la seconda venuta di Cristo (parousìa), seguita immediatamente dalla resurrezione dei morti. In tale processo la serie di azioni, eternamente significativa ed efficace, è l’Incarnazione e la Passione di Gesù Cristo. La nuova era – identificata con la città di Dio, con il regno di Dio e con il cielo – sostituirà la vecchia era, il regno di Satana, un processo che si completerà con la seconda venuta»[1].
Rispetto a ciò, la modernità gnostica compie esattamente uno stravolgimento: la condizione di rovina è il millennio cristiano e la redenzione – o meglio l’auto-redenzione – dell’uomo si compie entro l’orizzonte della storia, nella fenomenologia panteistica dell’oltre-uomo, che proprio dovendo e volendo prevedere la morte di Dio (come esplicitamente affermato da Nietzsche), rende onore al non-serviam dell’angelo ribelle. In questo senso l’affermazione di Giorello[2] – la forza dello spirito, per l’ateismo, non sta nel dimostrare che Dio non c’è, bensì nel rifiuto di riconoscerlo come un padrone: Non serviam – ha tutta la sua coerente universalità, sia per l’ateismo scientifico, sia per quello filosofico, sia per quello pseudo-cristiano che nega implicitamnete Dio, nella modernista e gnostica divinizzazione dell’uomo e negazione del male e del peccato.
[1] J.B. Russell, Storia del paradiso, trad.it. F. Cezzi, Laterza, Roma-Bari 1996, p. 45.
[2] Cfr. G. Giorello, Senza Dio. Del buon uso dell’ateismo, Longanesi, Milano 2010.



> la cabbala fu intesa dagli umanisti come la sapienza arcana, da cu derivavano tutte le religioni e tutte le sapienze in modo diretto o indiretto, effettivo o deteriorato.
> la cabbala è alla base della teosofia moderna e del mito dell’alieno come superiore sconosciuto.
> questo passaggio permise di conservare la dottrina luciferina dell’uomo-divino e inserirla non dentro un mondo prigione, ma dentro un mondo che partecipava anch’esso della natura divina.



Cosa muta? Non solo non c’è più lo Spirito Santo che inaugura la terza età, ma non c’è più ritorno di Cristo o Giudizio.
Perché? Perché non c’è più peccato né colpa. L’uomo ha auto-redento se stesso. La storia porta necessariamente, o con il progresso o con la rivoluzione all’età gnostica realizzata. E l’Anticristo diventa letteralmente il dominatore di questa età, come potere e come dottrina. Riflettete su alcuni punti:
quale è la fonte ultima della Dichiarazione dei diritti dell'uomo?
quale è la condizione umana della società senza classi?
in entrambi i casi deve darsi necessariamente l'uomo divino, che ha emancipato se stesso, contro Dio.

