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della Scienza Politica ed Economica
Capitalismo "et" Comunismo
La comunità in generale è un insieme di persone che stanno insieme, perché hanno un fine comune, appartengono ad una realtà e sanno di appartenerci. Fondano lo stato in virtù di una relazione naturale di prossimità, come prodotto della propria natura relazionale, perché concepiscono l’uomo come animale sociale. La società, invece, indica un insieme di persone che, in una condizione non conflittuale, perseguono, insieme, ognuno gli interessi individuali.
Contro l'Unione Europea
Dicono di non essere anti-europeisti. Sono contro questo processo di unificazione: dicono che per molti versi sia un processo che nega la storia, nega l’identità dei popoli, nega la sovranità politica ed economica degli stati. Solitamente le loro posizioni non vengono studiate: vengono sottoposte a silenzio, dietro retoriche buoniste, dietro una sempre utile accusa di razzismo. Il linguaggio del politicamente corretto, con la parvenza della tolleranza, impone un regime di silenzio e retorica.
Contro lo stato laico
Lo stato laico non è affatto uno stato a-religioso. L’affermazione generale «questo stato è a-religioso» è una contraddizione in termini.
Perché sia uno stato, avrà necessariamente una sua visione antropologica, quindi una visione religiosa.

del liberalismo
parte prima
Nel dopo guerra, grazie al piano Marshall, cioè al progetto americano di assicurare la ricostruzione dell’Europa distrutta dalla seconda guerra mondiale e fare entrare quei paesi nell’orbita capitalistica, l’Europa Occidentale conobbe il boom economico. Per quindici anni, dalla metà degli anni cinquanta fino alla crisi petrolifera degli anni settanta, i paesi occidentali (tra cui l’Italia) conobbero uno sviluppo economico e sociale impressionante. I capitalisti riuscivano a smentire dall’interno la profezia marxista. Marx aveva previsto una proletarizzazione della masse, quindi la loro coscienza di classe e la rivoluzione comunista contro i magnati del capitale. Aveva creduto che il sistema liberale arrivasse alla negazione paradossale della proprietà privata (il principio su cui si basava), per sviluppi endemici, cioè creando le condizioni della rivoluzione finale come una fatalità intrinseca. Il capitalismo avrebbe assicurato la ricchezza a pochissimi, impoverendo le masse. Questa cosa non è avvenuta. È una profezia sbagliata. E per due macro motivi. La storia economica del Novecento
del liberalismo
parte seconda
Due visioni antropologiche molto prossime danno vita a due visioni politiche che sono state presentate come alternative nell’ultimo secolo: pensare la relazione tra uomini in termini di estraneità o in termini di inimicizia legittimano, rispettivamente, il potere democratico e il potere assolutista. A sua volta il potere democratico e liberale – nato dalla alienazione del diritto di farsi giustizia da sé – è chiamato a garantire e tutelare i diritti naturali, cioè quei diritti che, secondo il giusnaturalismo moderno, l’uomo riconosce a se stesso e agli altri come un fatto di ragione, per evidenza razionale, anche senza Dio, anche se Dio non dovesse esistere. È sufficiente, cioè, la semplice ragione retta. L’uomo che segue la sua ragione e non gli istinti è in se stesso capace di cogliere perfettamente l’esistenza di diritti naturali.
È possibile che un cattolico sia in linea con questa posizione? Vediamo.
All’inizio dell’età moderna questi diritti sono affermati senza Dio. In nome del Progresso o della Rivoluzione aperta, saranno affermati, in seguito, direttamente contro Dio. Cosa significa affermarli contro Dio? Significa credere alla dottrina gnostica, quando descrive
sulla moneta (parte prima)
Nella I Lettera a Timoteo, san Paolo ammonisce su come l’attaccamento al denaro sia la radice di tutti i mali e causa, per uno smodato desiderio, persino della perdita della fede (cfr. 1Tm, 6,10). Del resto non era stato lo stesso Gesù a mettere il dito nella piaga, per così dire, quando giudicava impossibile per l’uomo servire due padroni, Dio e mammona (cfr. Mt 6,24; Lc 16,13)?
Ma che cosa è propriamente il denaro?
Apparentemente la moneta è uno strumento di proprietà, un potere proprietario d’acquisto perché accettata contro beni, il cui prezzo indica la quantità di moneta necessaria per avere in cambio il bene stesso.

La seconda guerra mondiale è lo scontro militare più difficile da interpretare sul piano politico ed economico. A conti fatti ho sempre riconosciuto a Stalin il ruolo del più grande stratega. Aveva capito nella guerra civile spagnola che conveniva far durare quella guerra il più a lungo possibile: comunisti e repubblicani democratici (senza contare anarchici, massoni e anticlericali della peggior specie) combattevano contro monarchici, cattolici, ma soprattutto fascisti, sia italiani sia tedeschi. In questa strategia, accettava una simile intenzione nazista di attirare sempre più dalla propria parte Mussolini, che fino a quel momento aveva sognato l’illusione della politica del passo doppio: la mediazione tra democrazie occidentali (molto miopi quanto ostili durante la guerra in Etiopia) e Germania. Non solo.